
Usare l’intelligenza artificiale nella traduzione professionale: alcune conclusioni sulla base delle esperienze raccolte durante i seminari più recenti, dedicati alla traduzione di contratti e sentenze. Errori, relazione con il testo e nuove forme di accostamento ai contenuti, anche non giuridici. Le forme in cui l’IA può essere utile nell’attività di traduzione, mentre resta debole nella generazione di versioni affidabili.
Prima di salutarci per l’estate, è utile sintetizzare il lavoro fatto intorno alla relazione fra traduzione giuridica e intelligenza artificiale, in particolare con i quattro seminari sul tema svoltisi in diretta tra inverno e primavera, ora disponibili in >registrazione. Sulla questione più generale dell’intelligenza artificiale nel mondo della traduzione ricordo intanto l’articolo sul >convegno annuale dell’Associazione svizzera per la traduzione, la terminologia e l’interpretariato (ASTTI). All’incontro ho partecipato con l’intervento di apertura, i contenuti si ritrovano in parte in >questo seminario.
Sull’uso dell’intelligenza artificiale nella traduzione di contratti ho scritto in >questo articolo, in conseguenza del seminario rispettivo. Per completare il quadro è interessante sintetizzare gli esiti dei due successivi appuntamenti. L’uno era dedicato all’analisi dei testi giuridici per la traduzione (>qui), l’altro alla revisione di una sentenza tradotta dall’intelligenza artificiale (>qui).
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Usare l’intelligenza artificiale nella traduzione: la sintesi
In sintesi: i sistemi di traduzione automatica guidati da intelligenza artificiale commettono errori anche gravi, talvolta celati sotto una falsa scorrevolezza del testo, all’apparenza corretto. In taluni casi, la traduzione, pur imperfetta, può essere accettabile o, quanto meno, utile a finalità elementari. Ciò accade quando il testo contiene formulazioni comuni, che l’intelligenza artificiale può ricostruire nella lingua di destinazione combinando gli elementi a sua disposizione.
Per superare l’intelligenza artificiale, il traduttore umano deve rafforzare la capacità di analizzare il testo d’origine e di comprenderne a fondo i valori. Questa esigenza non è nuova: in passato, però, in mancanza del confronto con l’intelligenza artificiale, la pretesa del cliente di ricevere una traduzione che si elevasse oltre i requisiti della mera comprensibilità e correttezza non era altrettanto imperativa.
Questo, forse, è il dato più chiaro emerso sinora. A dispetto di tanto cinismo, un livello di qualità della traduzione capace non solo di soddisfare ma di «deliziare» il cliente – prendendo a prestito questo termine dalle normative di qualità – resta la chiave per valorizzare la traduzione umana, dinanzi al progresso di quella automatica. Questo principio è ben lungi dal limitarsi alla traduzione giuridica.
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Caratteristiche specifiche della traduzione giuridica
La traduzione giuridica non riporta in una lingua diversa la mera superficie del testo di partenza. Tradurre un testo giuridico significa documentare in un testo scritto nella lingua di destinazione i rapporti giuridici documentati nel testo in lingua d’origine. Per questo motivo, una traduzione giuridica adeguata non inizia accostandosi al contenuto dal punto di vista linguistico, ma analizzando i rapporti giuridici in esso rappresentati. Durante un seminario abbiamo constatato quanto la pur semplice analisi di un caso concreto, svolta prima di cimentarsi con la traduzione, permetta di individuare con maggiore consapevolezza le terminologie corrette.
Non basta: rassicurati dalla conoscenza dei rapporti giuridici riportati nel testo e restando ancorati a questa radice, diventa possibile illustrare i fatti nel testo di destinazione in modo più efficace, sotto il profilo della formulazione, dell’idiomatica e della sintassi, anche discostandosi di molto dal testo d’origine. Ciò permette di offrire al lettore una traduzione più aderente al suo gergo, alle sue abitudini di lettura e attitudini di comprensione.
Cambiamenti all’apparenza insignificanti nelle fattispecie rappresentate nel testo d’origine, che possono sfuggire con un accostamento meramente linguistico, hanno pesanti ripercussioni nel modo di riportare i contenuti in lingua di destinazione. Alcuni esempi: la qualificazione giuridica soggettiva delle parti coinvolte, la natura dei rapporti che sorgono fra le parti stesse (responsabilità contrattuale o extracontrattuale?…), la capacità di riconoscere le circostanze che segnano il limite tra una fattispecie civile e una penale, con le ricadute che ciò comporta anche sul piano del linguaggio, e molto altro.
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Usare l’intelligenza artificiale nella traduzione di una sentenza
L’analisi degli errori commessi dall’intelligenza artificiale nella traduzione di una sentenza ha rafforzato queste considerazioni. La maggior complessità del testo, la minore intuitività dei contenuti e la necessità di riferirsi a elementi difficili da riconoscere per la macchina hanno avuto per conseguenza errori pericolosi e inescusabili.
La sentenza presa in esame nasceva da un procedimento tedesco in cui l’attore contestava la determinazione del rimborso spese stragiudiziali, in una causa per il risarcimento di danni emergenti da un incidente della circolazione. L’attore aveva subìto l’incidente mentre era alla guida di un autoveicolo di cui era utilizzatore ma non proprietario.
Fra i tanti, due errori meritano di essere citati. Nella traduzione, l’intelligenza artificiale ha indicato in modo persistente come proprietario colui che in realtà era possessore dell’autoveicolo, ingannata dall’uso indifferenziato che di questi termini si fa nel linguaggio comune. Ha poi confuso il danneggiante (causatore dell’incidente) con il danneggiato (il conducente dell’auto). In un procedimento incentrato proprio sulla distinzione tra proprietario e possessore del veicolo, la traduzione errata di queste due qualità giuridiche ha conseguenze fatali, per tacere dell’inversione tra danneggiato e causatore del danno.
Le altre forme di aiuto offerte dall’IA nella traduzione
L’intelligenza artificiale, tuttavia, può offrire altre forme di aiuto a chi si occupa di traduzioni professionali. Per le traduzioni avevo utilizzato un sistema d’intelligenza artificiale specializzato. Ad experimentum ho chiesto invece a un noto sistema generalista di produrre un riassunto della sentenza oggetto del seminario, forte del fatto che il provvedimento, estratto da un archivio giudiziario pubblico, era già anonimizzato. L’esito si è rivelato utile e corretto. Dinanzi a un testo di una certa lunghezza, un riassunto che ne sintetizzi in poche righe gli elementi cardine può far risparmiare molto tempo.
Ho poi chiesto allo stesso sistema di estrarre dalla sentenza le norme in essa citate e di indicare i link ai quali avrei potuto reperirle in Internet. L’intelligenza artificiale ha estratto articoli e norme, evitandomi anche la ricerca delle fonti, spesso laboriosa, all’interno dei siti istituzionali e specialistici. Avere pronto accesso alle fonti permette sia di guadagnare certezze nella scelta della terminologia sia di collocare il contenuto del testo nel giusto orizzonte normativo, a tutto vantaggio della chiarezza del testo di destinazione. Altra utilità dell’intelligenza artificiale, sempre più apprezzata nel settore linguistico, è la generazione di glossari, come di elenchi di termini specifici o ricorrenti in un testo.
La conclusione più importante emersa dal confronto di questi mesi è che l’intelligenza artificiale, almeno per quanto concerne la traduzione giuridica, si rivela debole proprio sugli aspetti che contraddistinguono la professionalità di un traduttore umano: terminologia, comprensione di contesti complessi, certezza della corrispondenza fra testo d’origine e testo di destinazione. E’ inutile e rischioso sperare di ottenere una traduzione adeguata di testi delicati, versandoli sic et simpliciter in un motore di traduzione automatica, come fa buona parte dell’utenza non professionale – non accenno neppure, qui, alle possibili violazioni della protezione dei dati.
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Usare l’intelligenza artificiale nella traduzione: qualche conclusione
Questa constatazione può rinfrancare chi lavora nel settore della traduzione e teme di perdere opportunità, ma da sola non basta. L’esigenza di offrire una traduzione che si elevi da una mera versione realizzata dall’intelligenza artificiale impone di approfondire le capacità di analisi e di modificare la prospettiva dalla quale si guarda al testo.
Dinanzi a un documento giuridico da tradurre, il primo accostamento sarà analizzare le fattispecie che esso contiene, di evidenziare i soggetti di diritto e i rapporti che si costituiscono tra di essi per collocarli sullo scenario normativo di riferimento, e così via. In una parola, acquisire innanzitutto piena consapevolezza dei contenuti d’origine sotto lo stretto profilo tecnico-giuridico, per prendervi posizione ed esercitarvi il proprio pensiero critico.
L’intelligenza artificiale può essere utilizzata a vantaggio della traduzione umana come strumento di assistenza. La traduzione automatica non sostituirà quella professionale: anzi, il mercato resterà sempre più appannaggio di chi affronta la traduzione secondo i più alti standard di qualità, servendosi nei giusti modi delle tecnologie disponibili.
| Le registrazioni dei seminari su intelligenza artificiale e traduzione giuridica sono disponibili >qui.




