Alcuni punti da considerare sui fatti di Siria.
La dittatura nepotista e violenta degli al-Asad perdura dagli anni Settanta con Hafiz, padre dell’attuale presidente, Bashar. Vero che gli al-Asad hanno impedito l’ascesa dell’estremismo islamico; ciò non consola, però, di fronte alla durezza del loro regime.
In questi giorni, gruppi ribelli hanno sottratto al controllo di al-Asad la città di Aleppo e si sono avvicinati alla capitale Damasco. La composizione di questi gruppi, sostenuti dalla Turchia, è eterogenea: non vi sono solo elementi jihadisti. Il quadro non rassicura, ma ogni giudizio è affrettato. Le narrazioni circolanti non sempre coincidono con i fatti.
Per la Russia, la Siria è un avamposto verso il Mar Mediterraneo, ancor più importante oggi, per l’impraticabilità del Mar Nero. Inoltre, la Russia utilizza la Siria come piattaforma per le operazioni militari in Africa. Indebolita dalla guerra in Ucraina, Mosca fatica a contrastare i ribelli siriani, sebbene rischi di perdere un importante anello della sua cintura politica e logistica.
E’ utile sottolineare alcuni elementi talvolta trascurati dai media, per ragioni politiche. Vero che non vi sono certezze sulle intenzioni dei gruppi ribelli, ma è falso che il regime di al-Asad sia portatore di pace e concordia. I media italiani, in particolare, poiché devono garantire il sostegno alla Russia, tendono a mostrare riguardo verso al-Asad, alleato di Mosca. Se al-Asad sarà cacciato, cadrà una dittatura cinquantennale.
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Poco ricordato, sempre per ragioni politiche, anche il ruolo di Israele. Se oggi al-Asad è debole, si deve al ridimensionamento di Hezbollah e dell’Iran, suoi alleati essenziali. E’ uno dei risultati raggiunti dai bombardamenti israeliani su Hezbollah in Libano e dalla decisa reazione di Israele agli attacchi iraniani, che ha rivelato l’impotenza del regime di Teheran, mettendolo all’angolo.
I fatti di Siria attendono sviluppi, per un giudizio compiuto. Sinora mostrano che due alleati antioccidentali come Russia e Iran stanno perdendo presa come attori regionali e globali. Se Israele è riuscito a ridimensionare la prepotenza di Iran ed Hezbollah, il resto d’Occidente fatica ancora a sostenere l’Ucraina nella misura necessaria a tacitare la Russia.