Attacco russo sulla città ucraina di Sumy
L’attacco missilistico russo di domenica 13 aprile sulla città ucraina di Sumy ha lasciato più di 30 morti e oltre cento feriti. Dopo i colloqui voluti dagli USA, la Russia aveva due scelte: 1) rispettare le tregue concordate, per riarmare l’esercito e riattaccare in futuro; 2) ignorare le tregue e intensificare gli attacchi, utilizzando i colloqui come espediente dilatorio. Ha scelto la seconda opzione. Trump, a parole, manifesta irritazione verso Putin, ma è bene attenersi ai fatti:
a) Gli Stati uniti continuano a farsi latori degli interessi russi. Trump si è spinto ad affermare che la Russia avrebbe compiuto l’attacco di Sumy «per errore.» Neppure Putin stesso ha addotto questa giustificazione;
b) Nei giorni scorsi un importante funzionario russo è stato ricevuto negli USA, per discutere della ripresa di relazioni commerciali tra i due Paesi;
c) La Russia è stata esclusa dagli aumenti daziari lanciati da Trump. L’affermazione che questa scelta sarebbe giustificata dalla mancanza di scambi dovuta alle sanzioni è contraddetta dai numeri.
Vero che Trump ha prolungato alcune sanzioni in scadenza contro la Russia, ma si è limitato a rinnovare provvedimenti già esistenti. Vero altresì che gli aiuti militari USA all’Ucraina continuano, ma anche su questo capitolo Trump non ha aggiunto nulla a quanto fatto sinora. Benché si dica deluso da Putin, Trump non compie atti che accrescano in concreto le pressioni sul Cremlino.
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I due inviati USA per l’Ucraina e la Russia, Keith Kellog e Steve Witkoff, rivelano ogni giorno di più la loro impreparazione sugli aspetti più elementari del conflitto e sui suoi retroterra. Se si escludono alcuni Stati, che sulla questione ucraina mantengono una posizione vaga o apertamente filorussa, nel suo complesso l’Europa sta rafforzando il supporto militare all’Ucraina, consapevole della minaccia che grava sull’intero continente.
Se gli USA non adotteranno ora misure contro la Russia, l’attacco di Sumy sarà la tragica riprova che i colloqui voluti da Trump, errati nell’impostazione e falsati dall’inadeguatezza degli uomini a cui li ha affidati, servono più a sostegno delle strategie della Russia, che alla cessazione del conflitto.