Traduttori: metodi di marketing per clienti diretti

Marketing per traduttori: clienti diretti
Marketing per traduttori: raggiungere i clienti diretti | © Owen Cl

Marketing e traduttori in cerca di clienti diretti: dopo aver definito il proprio profilo, il traduttore deve raggiungere aziende, studi professionali e altri soggetti interessati al suo lavoro. Le tecniche per generare contatti. Farsi trovare spontaneamente in Rete oppure cercare il dialogo con i potenziali clienti? Le principali suddivisioni fra tecniche di marketing. Le potenzialità delle collaborazioni: il «networking.»


Nel precedente articolo dedicato alla ricerca di clienti diretti (>qui) abbiamo descritto quali passi compiere per definire il profilo di un traduttore professionista. Da questa definizione discendono i criteri da adottare nella ricerca di clienti diretti. Vediamo alcuni procedimenti, raggruppati in tre grandi aree:

  • Outbound marketing, più tradizionale;
  • Inbound marketing, di grande attualità grazie a Internet;
  • Il cosiddetto networking. Punta alla generazione di contatti attraverso la collaborazione fra professionisti con interessi convergenti ma non concorrenziali fra loro.
Legga anche: >Come diventare traduttore giuridico

Il marketing per traduttori: tecniche vecchie e nuove

Nella guida, una panoramica completa dei metodi di marketing per traduttori verso i clienti diretti
«Tredici passi verso il lavoro di traduttore» – La guida di Luca Lovisolo

I processi di outbound marketing sono i più tradizionali. Partono dal traduttore e si rivolgono a potenziali clienti normalmente sconosciuti: per questo sono spesso definiti approcci «a freddo.» Attraverso una telefonata, un messaggio di posta elettronica, un’inserzione o una brossura, il traduttore sollecita l’attenzione di un soggetto che potrebbe richiedere traduzioni.

Un’altra definizione di questo metodo è interruption marketing. La denominazione deriva dal fatto che il potenziale cliente viene interrotto mentre lavora, legge la posta o sfoglia il giornale. Tutti facciamo esperienza delle chiamate moleste provenienti da operatori che ci raggiungono negli orari più diversi, per proporci vari servizi. L’uso di questi metodi di contatto deve essere molto cauto.

Le tecniche di inbound marketing, al contrario, portano il cliente di sua iniziativa verso il traduttore. Il potenziale cliente trova in Rete il professionista che può fare al caso suo. Può sincerarsi della sua competenza attraverso gli articoli dei suo blog, leggere il suo curriculum su LinkedIn e infine contattarlo. Il presupposto, naturalmente, è che il traduttore abbia un sito Internet ben posizionato sui motori di ricerca e una presenza ben orchestrata sulle reti di socializzazione.

Sono lontani i tempi in cui bastava aprire un profilo Facebook o LinkedIn, scrivervi qualche contenuto e raccogliere lettori con facilità. Un profilo social efficace si fonda su una strategia consapevole, in grado di cavalcare algoritmi di distribuzione sempre più enigmatici. Si è sviluppata una ricca offerta di consulenti (coach) che guidano in questo percorso. Vi è chi rinuncia addirittura al sito Internet, per affidare tutta la sua comunicazione ai social. Ricordiamo, però, che non avremo mai il pieno controllo su queste piattaforme e sul loro futuro, mentre il sito resterà sempre di nostra proprietà.

Legga anche: >Il nuovo ruolo del traduttore nelle imprese

Traduttori e clienti diretti: quali piattaforme per il marketing?

Corso: Il diritto per tradurre»
Il corso di Luca Lovisolo
per la traduzione giuridica

Facebook va perdendo di centralità, nella costruzione di un brand personale. Su questa piattaforma sono ancora efficaci i gruppi, anche se meno animati di un tempo. LinkedIn resta lo strumento più valido per rivolgersi a contesti professionali. Meno frequentato dai traduttori è «X» (in precedenza Twitter).

Sempre più interessante, invece, Instagram. Ha ormai perso la vocazione esclusiva alla distribuzione di fotografie, che ne fece la fortuna alle origini. Le sue dinamiche non sono facili da dominare: esistono consulenti specializzati, per sfruttare Instagram con successo. Nel nostro settore ne fanno uso con sorprendente abilità moltissimi insegnanti di lingue; non vi è ragione di credere che anche i traduttori non possano trovare una chiave adeguata.

Per un certo tempo si è creduto che outbound e inbound marketing fossero antitetici, che il moderno inbound avesse ormai surclassato le vecchie tecniche interruttive. E’ sempre più chiaro che queste strategie devono integrarsi, per garantire i risultati migliori. Il punto debole dell’outbound marketing è che giunge inaspettato a un destinatario sconosciuto. Ne nascono difficoltà di dialogo, scarso esito e grande impiego di tempo.

L’integrazione fra le due tecniche permette di superare proprio questo ostacolo. Diventa possibile, grazie alla presenza in Rete, limitare le attività outbound a soggetti già potenzialmente interessati al nostro lavoro (già «caldi»), che ci raggiungono scrivendoci attraverso la messaggeria di un social o compilando un formulario sul nostri sito. Segue, di solito, una chiamata di presentazione (o, com’è uso dire, una discovery call). Anche quest’attività è facilitata dalle moderne piattaforme di videochiamata, che permettono un contatto molto più efficace della tradizionale conversazione telefonica. Può trattarsi anche di un dialogo via posta elettronica, dell’invio di una brossura su carta, e così via.

Legga anche: >Il timore del curriculum «troppo corto»

Le collaborazioni fra traduttori: potenzialità verso i clienti diretti

Il networking permette di aprire opportunità contando su colleghi e partner. Una valida rete di collaborazioni – altri traduttori, studi legali, grafici, webmaster… – può creare occasioni di lavoro e consolidare l’immagine del traduttore di fronte ai potenziali clienti. Permette di ampliare la gamma di servizi e di suscitare maggior fiducia.

Tutte le attività descritte in questo articolo portano ancor più frutto, se il traduttore sa interagire con colleghi e altri professionisti in modo funzionale ai suoi obiettivi. I post in collaborazione su Instagram, le «dirette» a più voci, la pubblicazione incrociata di articoli sui rispettivi blog sono solo le idee più semplici, per sfruttare le interazioni tra professionisti e raggiungere platee più ampie. Non è difficile reperire su Internet testi e video, anche gratuiti, dai quale trarre spunti per cogliere queste opportunità.

Nel prossimo articolo (>qui) risponderemo alla domanda di un lettore per parlare di uno strumento molto diffuso, il blog. Una trattazione più completa di questi temi si trova nella guida «Tredici passi verso il lavoro di traduttore,» reperibile >qui o direttamente su Amazon.

(Articolo pubblicato in originale il 23.9.2015, ripubblicato con aggiornamenti il 9.10.2023)

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Luca Lovisolo

Lavoro come ricercatore indipendente in diritto e relazioni internazionali. Il mio corso «Capire l'attualità internazionale» accompagna chi desidera comprendere meglio i fatti del mondo. Con il corso «Il diritto per tradurre» comunico le competenze giuridiche necessarie per tradurre testi legali da o verso la lingua italiana.

Commenti

  1. Tiziana Bottone says:

    Interessante articolo che condividerò nei miei social network.

    Un saluto.

  2. Fausto says:

    Salve Luca,
    Il mio «problema» è che non so di cosa parlare, in un blog, su Facebook o su Twitter. Mi interessano molto le relazioni internazionali, la politica, ma mi sembrano argomenti troppo sensibili e che comunque non credo interessino molto a dei potenziali clienti. Per me ritengo la soluzione tradizionale la più abbordabile, o mi sbaglio? Saluti.

  3. Elisabetta Bertinotti says:

    Sig. Lovisolo tutti i consigli che sta elencando con grande precisione non sono altro che i metodi utilizzati dalle agenzie di traduzione. Nulla di nuovo sotto il sole. Attenzione agli impagati però. Le aziende tendono a non pagare i traduttori freelance perché li ritengono molto più fragili di un’azienda di traduzioni ben organizzata.

  4. Giorgio says:

    Non sono d’accordo con quanto afferma la signora Bertinotti: personalmente traduco da molti anni e solo ed esclusivamente per clienti finali, con i quali non ho mai avuto particolari problemi di pagamento (se non in un caso di un cliente che si è rivelato moroso). D’altra parte questi sono gli incerti del mestiere di libero professionista, che deve essere pronto ad assumersi anche questo rischio. Saluti.

  5. Elisabetta Bertinotti traduttore professionale says:

    Rispondo a Giorgio e Luca dicendo che il lavoro svolto da un’agenzia seria che filtra al massimo i suoi potenziali clienti e gestisce al meglio le sue risorse è un’opportunità unica per qualsiasi traduttore. Non dico che sia l’unico mezzo di esercitare il mestiere ma certamente da non sminuire a ruolo quasi parassitario del sistema, anzi… Noi di Agenzia […] paghiamo sempre i nostri collaboratori quando hanno fatto professionalmente il loro lavoro, a prescindere del comportamento dei nostri clienti. Tale procedure azzera i rischi di impagato dei nostri traduttori e quindi rappresenta un vantaggio rispetto agli altri liberi professionisti traduttori che esercitano direttamente.

  6. Elisabetta Bertinotti says:

    Sig. Lovisolo, le aziende di traduzioni oneste non temono né l’avanzata dei traduttori freelance né l’abuso dell’utilizzo dei traduttori automatici. Nella mia agenzia collaborano pochi traduttori rispetto alle grandi realtà (grandi agenzie che tutti conoscono). Lavoriamo insieme da 15 anni. Una collaborazione veramente win-win. Nessuno sfrutta il lavoro di nessuno. Noi siamo garanti del lavoro dei professionisti che lavorano per noi. Gli impagati disonesti vengono retribuiti ai nostri traduttori. I sentimenti di rivalsa li lasciamo al di fuori…

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Luca Lovisolo

Lavoro come ricercatore indipendente in diritto e relazioni internazionali. Con le mie analisi e i miei corsi accompagno a comprendere l'attualità globale chi vive e lavora in contesti internazionali.

Tengo corsi di traduzione giuridica rivolti a chi traduce, da o verso la lingua italiana, i testi legali utilizzati nelle relazioni internazionali fra persone, imprese e organi di giustizia.

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