Tra le domande più interessanti postemi dagli studenti, durante la presentazione del libro «La ‘Nuova frontiera’ del traduttore» presso la Sezione di Studi in Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori SSLMIT dell’Università di Trieste, vi sono state quelle sul cambiamento del ruolo del traduttore nel mondo delle imprese e dei rapporti commerciali internazionali. Ecco le risposte.
Il traduttore pensa al suo lavoro essenzialmente come a un processo di trasposizione di contenuti da una lingua all’altra. Come affrontare il cambiamento, che chiede la capacità di intervenire sempre più a fondo e che avvicina il ruolo del traduttore e interprete a quello di un vero consulente d’impresa su aspetti culturali, commerciali e di comunicazione?
E’ nato da queste domande un lungo e interessante dibattito, al temine della lezione che ho potuto tenere martedì 24 marzo 2015 a un nutrito gruppo di studenti della scuola per interpreti e traduttori tra le più prestigiose e ricche di tradizione d’Italia. Una parte della lezione era incentrata proprio sulle possibilità di integrare le competenze linguistiche con le abilità necessarie per intervenire nelle attività di internazionalizzazione, ampliando il proprio spettro di competenze.
La conoscenza delle lingue e delle tecniche di traduzione è sempre meno sufficiente, da sola, a generare valore aggiunto nei processi industriali. L’internazionalizzazione d’impresa è un mutamento culturale che tocca anche la funzione del traduttore. Il valore aggiunto del professionista delle lingue va oltre la conoscenza della lingua e delle tecniche di traduzione. E’ essenziale concepire il lavoro del traduttore come l’anello di una catena: come ricorda >Claudia Benetello, una traduttrice che ha saputo dare al suo ruolo un profilo creativo e originale nel settore della transcreazione e del giornalismo, serve «La capacità di fare strettamente squadra con il cliente e condividerne gli obiettivi.»
Le competenze richieste possono sembrare lontane dagli interessi di un traduttore: al contrario, soprattutto quelle nelle aree del marketing, della comunicazione o della negoziazione sono molto vicine a chi ha una formazione umanistica e linguistica. Nei settori dello sviluppo del portafoglio clienti esteri e dell’assistenza post vendita, ad esempio, vi sono numerose possibilità di inserimento, per traduttori e interpreti che siano disponibili ad acquisire le abilità necessarie, per affiancarle alla loro formazione specifica. Per acquisire le competente richieste vi sono molte possibilità: dai corsi organizzati dalle Camere di commercio a quelli delle scuole professionali, di formazione continua e di management. Preziosissima, poi, un’esperienza diretta di lavoro in azienda.
Il traduttore e l’interprete sono operatori delle relazioni internazionali: oggi più che mai prendiamo atto che il ruolo di chi conosce le lingue e sa mediare fra le culture non può limitarsi a una mera trasposizione di contenuti. Questo aspetto è solo uno dei molti trattati nel libro «La ‘Nuova frontiera’ del traduttore,» che prende in esame diversi cambiamenti attraversati dalla professione di traduttore e interprete in conseguenza dei mutamenti economici e culturali che stiamo vivendo, partendo dalle domande degli stessi professionisti della traduzione.
Grazie alla SSLMIT di Trieste, ai docenti e agli studenti per la calorosa accoglienza!
La ‘Nuova frontiera’ del traduttore di Luca Lovisolo
Cinque anni di dialogo con i traduttori, sulle pagine Non in vendita nelle librerie >Acquistare |