La telefonata tra Putin e Trump va analizzata nel merito e nel metodo.
1. Nel merito:
a) Il cessate il fuoco sulle infrastrutture energetiche avvantaggia più la Russia che l’Ucraina. La Russia ha colpito meno le infrastrutture ucraine, obiettivi meno utili per causare disagio alla popolazione, avvicinandosi la primavera. L’Ucraina, invece, colpisce con efficacia impianti petroliferi russi. Se accettato, il cessate il fuoco è un successo di Putin per sé stesso. L’Ucraina non potrà attaccare le raffinerie russe, la Russia potrà attaccare obiettivi civili in Ucraina.
b) Lo scambio di prigionieri non è merito di Trump e Putin: gli scambi di prigionieri sono periodici, è verosimile che anche questo fosse già programmato.
c) La sospensione degli aiuti militari all’Ucraina durante l’eventuale tregua non è accettabile. L’Ucraina deve restare in condizioni di difendersi. Sul punto non c’è chiarezza, in una intervista successiva Trump ha smentito di averne parlato con Putin.
2. Nel metodo:
a) Stati uniti e Russia trattano senza l’Ucraina e l’Europa, le due parti più interessate: la prima perché in guerra, la seconda perché minacciata nella sua sicurezza. Mosca e Washington si ritengono in diritto di decidere il futuro europeo a loro gradimento. Zelensky ha confermato di aver ricevuto notizie da Trump solo 24 ore dopo la telefonata con Putin.
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b) L’amministrazione USA continua ad attribuire la responsabilità della guerra all’Ucraina. L’inviato Witkoff, in un’intervista di ieri, ha detto di sperare che l’Ucraina accetterà le condizioni della tregua. In realtà non è l’Ucraina che deve accettare condizioni: l’Ucraina si sta difendendo. La tregua e il ritiro devono essere imposti alla Russia.
Un negoziato riprenderà domenica in Arabia Saudita, non è noto in quale cornice. L’Europa, per Putin e Trump, è ridotta a tavolo da biliardo. Bene hanno fatto Macron e Starmer a segnalare unità d’intenti. In Germania, la formazione del nuovo governo procede a tappe forzate, vista la gravità dell’ora.
In Italia, salvo isolate eccezioni, né la politica né l’opinione pubblica percepiscono la portata degli eventi, il dibattito sul tema è di umiliante inanità.