Comincia oggi un giro di negoziati fra Stati uniti e Ucraina con l’obiettivo di regolare la guerra con la Russia. Vi sono due aspetti da sottolineare.
Le parti del conflitto sono la Russia e l’Ucraina. Il ruolo degli Stati uniti ai negoziati non è chiaro: mediatori, prestatori di buoni uffici o rappresentanti di una terza parte? L’obiettivo dei negoziati sembra essere un cessate il fuoco: il segretario di Stato USA Marco Rubio, tuttavia, ha ripetuto che l’Ucraina deve essere disposta a cessioni territoriali a favore della Russia.
Ho già spiegato in precedenti interventi le ragioni per le quali la Russia non ha alcun diritto a parti di territorio ucraino – nemmeno per presunte ragioni storiche o linguistiche. Se la Slovenia invadesse il Friuli italiano, non vi sarebbe base di trattativa: l’aggressore dovrebbe abbandonare il territorio invaso. Questa è la situazione presente sul territorio ucraino occupato dalla Russia oggi.
La richiesta di Marco Rubio, che insiste su cessioni territoriali, risponde a un’esigenza della Russia. Se si giungerà a fermare i combattimenti, Mosca riprenderà la guerra appena avrà ristabilito la sua forza militare. Questo, già oggi, è un dato certo, ma trova conferma, se ve ne era bisogno, nella posizione di Rubio. La Russia non intende arretrare il fronte: vuole congelarlo, per riprendere i combattimenti, quando potrà, dalla linea di contatto attuale. Non ha interesse a rinunciare al territorio conquistato, poiché perderebbe il già modesto avanzamento conseguito in tre anni di guerra e dovrebbe riprendere l’aggressione da zero.
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Questa considerazione chiarisce la posizione degli Stati uniti nei negoziati in Arabia saudita. Gli USA sono, di fatto, rappresentanti degli interessi russi. La questione degli aiuti militari USA all’Ucraina è strumentale: riprenderanno (forse) se l’Ucraina cederà alle richieste di Washington, ma queste coincidono con quelle di Mosca.
Accettare le condizioni proposte dagli USA significa, per l’Ucraina, capitolare a quelle della Russia. In tale scenario, l’Ucraina sarà comunque sottomessa alla Russia e gli Stati uniti non avranno più ragione di fornirle supporto militare.