Finanziamenti russi ai partiti: considerazioni

finanziamenti russi in Italia: come agire
Banconote | © Niels Steeman

Finanziamenti russi ai partiti in Europa: e in Italia? Dagli USA provengono rivelazioni su possibili finanziamenti dalla Russia a favore di partiti politici europei, in circa 20 Paesi. Un partito o esponente politico deve agire esclusivamente nell’interesse del proprio Paese. Portare davanti a un giudice un politico o un partito che violi questo principio, però, è più difficile di quanto sembra.


I finanziatori esteri possono trovare altre vie, persino più efficaci del finanziamento diretto a un partito, per condizionare i risultati elettorali. Le fattispecie di finanziamento illecito ai partiti, in questo modo, non si applicano, né quelle di corruzione a funzionari dello Stato. Il denaro può arrivare attraverso canali leciti, alla luce del sole.

Si pensa che le rivelazioni di finanziamenti esteri allontanino gli elettori dai partiti coinvolti, ma i casi concreti dicono che ciò non accade. In alcuni casi, anzi, il consenso verso tali partiti cresce.

Nonostante sia provato che il Front (oggi Rassemblement) National francese ha ricevuto un cospicuo finanziamento dalla Russia, la sua leader è giunta due volte a un passo dalla presidenza della Repubblica. Alle ultime elezioni il partito ha decuplicato i seggi. I partiti italiani sui quali sono emerse rivelazioni su legami con la Russia non hanno registrato cali di consensi per quel motivo. In Austria, il partito del vicecancelliere Heinz-Christian Strache, sorpreso a trattare possibili vantaggi su appalti pubblici in cambio di finanziamenti al suo partito con una emissaria russa (poi rivelatasi una figurante), è calato nell’immediato, ma ha ripreso consensi e oggi rappresenta più del 20% degli elettori.

Finanziamenti russi ai partiti: Italia ed Europa, la reazione degli elettori

La fine dell'Unione sovietica
Il racconto in video della fine dell’URSS – di Luca Lovisolo

A votare partiti filorussi sono elettori che desiderano una società populista e autoritaria; altri li votano perché promettono la fine delle sanzioni e la ripresa delle esportazioni verso la Russia. Per questi elettori, il fatto che i partiti filorussi abbiano strette relazioni con Mosca ne aumenta la credibilità, non la riduce.

Se un politico promette che le aziende torneranno a esportare in Russia e assicura di costituire una società fondata su un comando forte e sul dominio della Chiesa nella sfera morale, sul modello russo, quel politico acquisterà reputazione di fronte agli elettori, se si scopre che riceve supporto da Mosca: i suoi elettori vogliono che sia la longa manus di Putin. Che un politico non debba agire per l’interesse di Paesi esteri è, agli occhi dei più, una riserva morale di poco conto.

C’è da chiedersi, perciò, se sia davvero opportuno montare uno scandalo, quando si sospettano finanziamenti russi a partiti europei. Farne casi politici rischia di condurre a esiti opposti a quelli dovuti.

Sarebbe più utile concentrarsi sulla costituzione di fattispecie penali che permettano di punire queste condotte nella discrezione che dovrebbe essere propria delle azioni giudiziarie.

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