Qui la guerra non si vede, ma si sente e si legge: nei discorsi dei passanti e degli ospiti dell’albergo, nei cartelli che, come questo, danno indicazioni a chi fugge dalle zone di conflitto sui numeri da chiamare per ricevere aiuto. Con buona pace di chi vuole fomentare le contrapposizioni fra le comunità linguistiche, in questa stazione, dove prevalgono nettamente le scritte in ucraino, questi cartelli, rivolti a una popolazione in fuga da regioni a prevalenza russofona, sono scritti in russo. «SOS Kiev – Centro di aiuto per i viaggiatori provenienti dalle regioni di Donec’k e Lugansk.»