Le circostanze che hanno prodotto la caduta del governo francese presentano analogie in altri Paesi. Il governo Bayrou è caduto su un conflitto tra politica economica e socialità: riforma delle pensioni e disaccordi sul bilancio. Debolezze simili intaccano anche la traballante coalizione di governo in Germania.
Le prestazioni sociali che oggi ci si attende dallo Stato vanno sempre più nella direzione della «unità di politica sociale ed economica» applicata negli anni ’70 nella Germania est: un modello fallimentare che alimentava le misure di socialità con sovvenzioni e indebitamento pubblico. Non si tratta di un conflitto tra partiti, ma di due concezioni opposte dello Stato. L’una mette al centro l’individuo e la sua responsabilità; l’altra si fonda su una società guidata dall’alto, dove il governo legittima se stesso distribuendo sovvenzioni e redditi di cittadinanza.
Un secondo punto è comune tra Francia e Germania: la debolezza delle coalizioni di governo è conseguenza dell’avanzata dei partiti filorussi. A destra, il Rassemblement National francese e la Alternative für Deutschland (AfD) in Germania; a sinistra, il Nuovo fronte popolare in Francia e, in Germania, la sinistra estrema (Die Linke) e componenti del Partito socialdemocratico (SPD), dopo la marginalizzazione del partito Bündnis Sahra Wagenknecht (BSW), un progetto dai contenuti di chiara ispirazione russa. Se e in quale misura queste formazioni siano sostenute dalla Russia non si può stabilire con certezza, tranne che per il Rassemblement National francese, i cui finanziamenti provenienti da Mosca sono stati confermati per via giudiziale.
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Se si lasciano fuori dalle alleanze i partiti filorussi, nei parlamenti resta possibile comporre solo maggioranze fragili ed eterogenee. Non vi è da attendersi che queste siano in grado di superare i gravi conflitti interni e internazionali del presente.
Cause principali del rafforzarsi dei partiti filorussi sono, a destra, le migrazioni incontrollate e, sul lato opposto, proprio il fatto che un numero crescente di partiti delle sinistre europee si pone come rappresentante degli interessi dei migranti, dinanzi alla perdita di consensi che registra presso gli elettori nazionali. Da quest’azione combinata nasce un contesto molto favorevole alla Russia.
L’alleanza tra partiti estremi è la combinazione preferita dai nostalgici e dagli imperialisti russi sin dagli anni di Eltsin. Nonostante i loro contrasti, i partiti estremi sono accomunati dal rifiuto della democrazia e della società aperta. In Russia, nel 1996, comunisti da sinistra e nazionalisti da destra approvarono insieme un provvedimento che avrebbe avuto per effetto la ricostituzione dell’Unione sovietica, se Eltsin non fosse riuscito a farlo ritirare.
Nell’Ucraina orientale, dopo la scomparsa del Partito delle regioni – una formazione di centro sì filorussa, ma non secessionista – fu di nuovo la consonanza tra le opposte ali estreme dei parlamenti regionali che permise a Vladimir Putin di prendere il controllo del Donbas. Il giochino, ora, si ripete nei parlamenti d’Europa.
